mercoledì 21 maggio 2014

l'AMORE comincia dopo le botte

scritta & illustrata da Matteo Shao, Enrico Yang, Adele De Carlo, Yong Kang Bai, Jun Jian He, Dino Wu, Yin Yin Lou

C’era una volta un ragazzo di nome Lorenzo, che andava alla scuola Leonardo da Vinci, in quel paese lì.

Lorenzo aveva sedici anni, e un giorno, andando a scuola, incontrò Alice, una ragazza che frequentava la classe accanto alla sua. Non si guardarono nè si salutarono, ma quel giorno, nonostante si vedessero ogni giorno e ogni giorno si ignorassero, quel giorno inavvertitamente Lorenzo si innamorò di lei. Lei invece continuò a ignorarlo.
Un giorno, un giorno diverso, Lorenzo scoprì che Alice era inavvertitamente la ragazza del suo migliore amico Mirko. Questo, probabilmente, lo fece innamorare ancora di più.


Il giovane, travolto dai sentimenti,  decise che doveva dichiararsi ad Alice ma, non sapendo come fare, chiese consiglio al padre. 

 

Il padre, travolto dai sentimenti, consegnò al figlio la lettera con cui, tanti anni prima, si era dichiarato alla madre del ragazzo - risultato garantito!


Senza perdere tempo a ricopiarla per cambiare almeno i nomi, Lorenzo, amante focoso ma carente sul lato comunicativo, nascose la lettera nell’armadietto scolastico di Alice. Ah, sventurato, la lettera venne scoperta da Mirko, che ci mise comunque un po’ a capire l’inghippo.


in nome della loro fraterna amicizia Mirko cercò Lorenzo. E si picchiarono. Ma FORTE!

 
Dopo le botte andarono in ospedale, e furono messi in stanza assieme. Dopo alcuni scherzi di cattivo gusto con le flebo i ragazzi fecero pace. 
 

Un giorno tutta la famiglia di Lorenzo, travolta dai sentimenti, andò a trovare il figlio martoriato. In quell’occasione Mirko conobbe Sara, sorella minore di Lorenzo. Dimenticatosi di Alice, che poi non era davvero una storia seria, si sa, cose da ragazzi, son giovani, Mirko s’innamorò di Sara.


Così Lorenzo potè finalmente dichiararsi ad Alice. Peccato, la ragazza quel giorno era estremamente distratta, e non se ne accorse.

lunedì 19 maggio 2014

il DORMIGLIONE

scritta & illustrata da Zhi Ming Zhu, Albinos Hasanaj, Luca Dong, Guanjin Zou, Zhifei Wang, Erika Benozzi


C’era una volta un ragazzo di nome Gjumash Dormiglione, che aveva il vizio di addormentarsi in ogni posto...


Si addormentava ovunque,  in bagno, in autobus, a scuola, mentre camminava per tornare a casa, e  persino appena dopo essersi svegliato!

  
Spesso succedeva che, per svegliarlo, le persone che si trovavano con lui adottavano una tecnica speciale...


Gettargli sul viso una “piccola” quantità d’acqua fredda!
 


Ma un giorno sua madre, stufa dei suoi continui risposini, abbondò con l’acqua che serviva per farlo svegliare.
  
 
Gjumash si ammalò e, per colpa della febbre e dei continui starnuti, non dormì per più di un mese.
  

lunedì 28 aprile 2014

il bambino senza volto

 da un'idea collettiva di Alessio e Cristina Menghi, Pontoriero Claudia, 
Margareta Nemo, Alessandro Occhipinti e Micaela Pederzini

un racconto scritto & illustrato da Alessio e Cristina Menghi 



C’era una volta un uomo, che tutti chiamavano il cardiologo, poiché era molto bravo nel curare le persone e dimostrava gran cuore nell’aiutare gli altri. Quest’uomo aveva un figlio, ma durante un inverno il bambino morì, proprio per un male al cuore, lasciandolo solo e disperato.
Il cardiologo non accettò la morte del pargolo e così cominciò a raccogliere pezzi di cuore, prelevandoli dagli ignari pazienti, che si recavano da lui in cerca di aiuto dalla malattia e che invece trovavano la morte. L’uomo preso dal cieco egoismo continuò per un anno intero la macabra pratica, scegliendo solo i cuori migliori, molto spesso di giovani fanciulli, e alla fine ne confezionò uno meraviglioso e lo diede al figliolo che riprese vita. Tuttavia il prezzo da pagare per aver tanto osato, fu che il volto del figlio, non sopportando le troppe emozioni contrastanti presenti nel suo nuovo cuore, perse i lineamenti del viso, al punto che venne chiamato il bambino senza volto. Il giovane era molto buono e gentile ma tuttavia triste, in quanto il padre lo teneva rinchiuso nella sua fortezza, per proteggerlo dagli sguardi della gente e dai pericoli del mondo. Travolto dalla malinconia, si circondò di amici immaginari per sentirsi meno solo, e li chiamò i suoi “vicini”.
Un giorno il bambino si trovò nel cortile a giocare con i suoi amici, quando, ad un certo punto, uno di questi fuggì attraverso un pertugio verso la foresta, e lui lo seguì, perdendosi nel bosco.
Proprio da quelle parti, poco fuori dal villaggio, viveva da solo un vecchio fabbro. La meraviglia lo scosse quando trovò il bambino che si aggirava spaventato nel bosco. L’uomo lo accolse nella sua casa, lo accudì senza paura, nonostante la mostruosità del piccolo, e decise di fabbricargli un viso.


Lavorò tutta la notte senza riposare un secondo e la mattina dopo il bambino indossò la maschera, era veramente perfetta, aveva un bel sorriso e due occhi grandi. I due erano davvero felici insieme.
Tuttavia si diffuse la notizia che il cardiologo stava cercando il figlioletto e il fabbro decise che era ora di riportare a casa il bimbo. Lo accompagnò alla fortezza e per questo venne ricompensato con tre grandi monete d’oro.
Il fabbro tornò a casa con la percezione di aver abbandonato il giovane ad un triste destino. Passò un notte in preda agli incubi ed in sogno lo raggiunse l’amico immaginario, che lo esortò a tornare indietro e strappare il bimbo dalle grinfie del cardiologo.


Il giorno dopo il fabbro, in tutta fretta, forgiò delle chiavi in grado di aprire le porte della fortezza, fondendo le monete d’oro e, ascia in spalla, partì alla volta della dimora del cardiologo. 


Ma non appena arrivò, dovette scontrarsi con la furia del padre, che geloso e furente per l’assurda pretesa di lasciare che il figlio tornasse indietro col fabbro, attaccò il vecchio. Con la sua potente magia, il cardiologo prima lo disarmò, e infine lanciò un incantesimo per ucciderlo, ma il ragazzo gli fece scudo col suo corpo. 


In quel momento tutte le anime che avevano donato il cuore al bimbo si risvegliarono proprio nei “vicini”, che neutralizzarono la magia e, accerchiandolo, inghiottirono il cardiologo in un lampo di luce.
Il bambino abbracciò il vecchio che lo riportò a casa, solo dopo aver salutato gli amici, che, terminato il loro compito di guidare il giovane verso la libertà, svanirono nell'aria.
Il ragazzo ebbe in dono una nuova maschera, ancora più bella e in questo modo poté vivere insieme a tutte le altre persone. Crescendo divenne sempre più onesto e premuroso e che con la sua gentilezza ripagò la memoria delle povere persone che inconsapevolmente avevano donato a lui parte del loro cuore. Il giovane in cambio riaccese nei cuori di tutti la speranza e la felicità.

sabato 19 aprile 2014

meanwhile...

While we were doing our workshops in Italy another two TALE workshops took place in Europe. Lina, in the United Kingdom, and Zsofia, in Hungary, develop our same concept in different ways!

...and, here they are!
UK









Hungary
photos by Marton Nagy
 

 

 


mercoledì 16 aprile 2014

YETU e il cappello magico

scritta & illustrata da Shan Shan Zhou, Tong Tong Zhou, Aya Elgamal, Rebecca Angiargiu, Simone Cheng


La lepre Yetu e il suo amico Pino Pinocchio, un bambino alto, grasso e molto intelligente, andarono nel bosco a cercare i famosi ravanelli magici che rendevano più forte chi li mangiava.


Mentre percorrevano il sentiero, Pino Pinocchio trovò su un albero un cappello. Improvvisamente venne a piovere, Pino Pinocchio mise il cappello in testa e diventò invisibile. Yetu si guardò attorno disperato e, non vedendo più il suo amico, cominciò a gridare:
-Pino Pinocchio, dove sei finito?
-Sono qui, dietro di te
-Non ti vedo, ho paura, non lasciarmi solo
Pino Pinocchio capì di aver indossato un cappello magico, lo tolse e, ridendo a crepapelle, diventò di nuovo visibile.
I due amici proseguirono il loro cammino per cercare i ravanelli magici e li trovarono vicino al fiume ma mentre percorrevano il sentiero un lupo, nascosto tra i cespugli, li vide e pensò:
- Che buon cibo, vedo! Questo bambino grasso e questa lepre succulenta me li mangio per cena... ma come posso fare?
- Idea! Gli tenderò una trappola. Sono un genio, un vero mago degli inganni!
Pino Pinocchio e Yetu, dopo aver raccolto molti ravanelli, decisero di tornare a casa ma incontrarono il lupo, che parlò loro.
- Dove andate? Non avete paura di incontrare il lupo?
- No, rispose Pino Pinocchio, siamo in due e siamo forti, e poi per questa strada il lupo non dovrebbe passare.
- Vi sbagliate, il lupo ha cambiato abitazione e si trova qui vicino. Vi consiglio di prendere la strada a destra, è più corta e più sicura...


I nostri amici decisero di dargli ascolto e cambiarono direzione, ma mentre camminavano sentivano una strana voce. Era l’albero parlante che diceva:
- Non fidatevi del lupo, vi ha teso una trappola! 



Ma i due non capirono tutte le parole e proseguirono. Sentirono però di nuovo la voce dell’albero che diceva:
- Non fidatevi del lupo, avete un cappello e i ravanelli, fate attenzione!
Ma proprio mentre l’albero diceva queste parole i due caddero nella trappola. Disperati, cercavano di uscire ma i tentativi fallirono miseramente ed allora il nervosismo li portò all’esasperazione e cominciarono a litigare. Pino Pinocchio pensò di mettere il cappello magico e di uscire dalla trappola da solo ma Yetu lo capì, si arrabbiò e cercò di prendergli il cappello. Litigavano e si contendevano il cappello quando, improvvisamente, Pino Pinocchio ricordò le parole dell’albero magico e si ricordò dei ravanelli. I due quindi decisero di far salire Yetu sulla testa di Pino Pinocchio, misero il cappello e diventarono invisibili, poi mangiarono i ravanelli e diventarono così forti che riuscirono a distruggere la trappola e fuggirono, Quando furono abbastanza lontani tolsero il cappello e tornarono a casa felici mentre il lupo rimase sconfitto e con la pancia vuota.



 

martedì 1 aprile 2014

il Concorso di Bellezza

scritta & illustrata da Ming Jin Xiang, Rebecca Lento, Qiao Qiao Zhao e Ying Ying Sun

Nel bosco c’era un villaggio dove viveva una bellissima coniglietta di nome Rebecca che tutti i giorni spazzolava il suo splendido pelo.


Una mattina come le altre si stava spazzolando quando sentì il suono ripetuto del campanello. Andò ad aprire un po’ in ansia e vide il suo amico cavallo Mister Bean, preoccupatissimo.
- Che succede? - chiese Rebecca
Mr Bean rispose:
- Ho saputo che se il settimo giorno del mese uscirai la tua bellezza verrà rubata
La coniglietta non capì, pensò che si trattasse di una fantasia dell’amico e tornò alle sue faccende e a spazzolarsi il pelo.
Il settimo giorno del mese, dimenticando completamente le parole di Mr Bean decise di uscire per andare a fare la spesa ma, mentre tornava a casa, trovò di fronte a sé un drago selvaggio. Le sue squame erano nero pece, i suoi occhi color rosso come il sangue. Dalla sua bocca penzolava una lingua di fuoco. La coniglietta, terrorizzata, rimase immobile, quasi pietrificata e poi vide che, dagli occhi del drago, uscì un lampo che avvolse completamente Rebecca. Poi il dragò svanì in cielo. 
  

Appena scomparve,  la coniglietta rientrò frettolosamente in casa e con terrore si guardò allo specchio: la sua bellezza era svanita! Per non farsi vedere si tuffò in acqua e nuotò fino alla casa di Simone la giraffa. Quando Simone sentì bussare il suo lungo collo si affacciò dalla finestra.
- Chi bussa alla mia porta? - chiese con voce infastidita.
Rebecca disse con un fil di voce:
-Sono io, Rebecca, un drago cattivo ha rubato la mia bellezza ed è per questo che non mi riconosci. Ti prego Simone, aiutami!
Poi scoppiò a piangere. Simone le disse di farsi forza e che poteva rimanere con lui per qualche giorno e insieme avrebbero pensato cosa fare.  Insieme i due amici capirono che per riprendere la bellezza di Rebecca bisognava trovare il drago e sconfiggerlo. Si esercitarono per molti giorni, poi chiamarono Mr Bean e gli chiesero aiuto. 

 
 
Il cavallo disse di aver avuto una visione del drago e disse anche che nella visione aveva visto il suo pianeta. Gli amici costruirono così una navicella e andarono nel pianeta del drago Long. Il cavallo li aspettò sulla navicella affinché fossero pronti a partire mentre il coniglio e la giraffa scesero sul pianeta per cercare il drago. Rebecca indossò una tuta e andò a cercare la sua tana. Sulla porta in rosso c’era scritto qualcosa. La coniglietta non capì il senso della scritta e chiese aiuto alla giraffa che capì subito il senso della scritta: “Tana del drago” Rebecca sguainò una grande spada di colore nero. L’elsa era fatta a forma di drago le cui ali spiegate formavano la guardia e la lama fuoriusciva dalle sue fauci. 


Rebecca prese da un sacco della carne cruda, il drago sentì il suo profumo, uscì dalla tana e fece cadere la spada. Simone usò il suo potere magico (riusciva a immobilizzare le persone con la sola forza di volontà) e disse a Rebecca di infliggere il colpo di grazia ma la coniglietta, prima di colpire, sentì che era cambiata. Non le importava più di riavere la sua bellezza perché aveva degli amici veri pronti ad aiutarla nelle difficoltà e non ebbe più la forza di trafiggere il drago che però cominciò a disfarsi, un lampo azzurro uscì dal suo cuore e restituì lo splendido pelo al coniglio. Rebecca e Simone tornarono alla navicella dove li attendeva Mr Bean e gli amici tornarono a casa felici. Da quel giorno Rebecca fu più gentile e disponibile con tutti gli abitanti del villaggio.
 
 

domenica 30 marzo 2014

Eroi & Mentori

Alcune fotografie del workshop 
tenutosi alla Scuola Comics di Firenze

fotografie di EUGENIO CHEN







giovedì 27 marzo 2014

ORONZO il gioielliere

scritta & illustrata da George Samaniego, Alessia Fusi, Matteo Nardelli, Anjing He, Jessica Shao, Elena Sun


Oronzo era un mercante che vendeva gioielli falsi nel suo negozio, nella sua cittadina natale, assieme al figlio Fabio.
Un giorno entrò nel suo negozio un cliente dall’aspetto nobile. L’uomo, dopo aver osservato i gioielli e il negozio, iniziò a chiedere con insistenza a Oronzo quale fosse la provenienza dei suoi gioielli, e se i suoi prodotti fossero autentici, rivelandogli che anche lui era un gioiellere.
Oronzo, che era un truffatore un po’ sprovveduto, senza pensarci troppo si avvicinò all’orecchio del cliente rivelandogli i suoi segreti; in quel momento venne ammanettato. Il nobile era in realtà un poliziotto, e dal momento che era entrato nel negozio aveva registrato ogni loro parola.


Fabio, preoccupato dell’assenza prolungata del padre, organizzò una squadra di ricerca per ritrovarlo. Scoprirono presto che si trovava in prigione. Fabio divise i suoi amici in due gruppi.
Mentre il primo gruppo distraeva i poliziotti inscenando rapine fasulle in tutta la città, l’altro gruppo entrò nella prigione. Si scontrarono con le guardie rimanenti e, arrivati alla cella di Oronzo, sfondarono la porta con dei martelli, riuscendo a liberarlo.
Fabio, con i soldi ricavati dalla vendita dei gioielli rimasti, si procurò un magnifico fenicottero. L’animale riuscì a portarli in volo su un’isola sperduta, lontano da tutti, per ricominciare una nuova vita.



[english version]
ORONZO the jeweler
 
Oronzo was a merchant who sold fake jewelry in his shop, in his hometown, together with his son Fabio.
One day a customer, really well dressed and with noble behaviour, came into his shop. The man, observing the jewelry, began to ask insistently Oronzo what was the origin of the jewels, and if his products were authentic; he told him that he was a jeweler too.
Oronzo, who was a crook a bit naive, without thinking too much came to the ear of the client revealing his secrets; after a second he was handcuffed. The “nobleman” was actually a cop, and since he was in the shop he had recorded their discussion.
Fabio, worried about the absence of his father, organized a research mission to find him. They soon discovered that he was in prison. Fabio divided his friends in two groups.


While the first group distracted the cops staging fake robberies throughout the city, the other group break into the prison. They clashed with the remaining guards and arrived at the Oronzo’s cell, and they broke down the door with huge hammers, managing to set him free.
Fabio, using the money raised from the sale of the jewels, acquired a magnificent flamingo. The animal was able to fly them away on an isolated island, far away from everyone, ready to start a new life